La dieta della longevità secondo il dott. Valter Longo

La dieta della longevità secondo Valter Longo. Negli Stati Uniti è considerato il guru della lunga vita. Valter Longo (Professore di Biogerontologia e Direttore dell’Istituto sulla Longevità all’University of Southern California – Davis School of Gerontology di Los Angeles e direttore del programma di Oncologia e longevità in IFOM) è uno dei più apprezzati ricercatori nel campo dell’alimentazione. Di origine italiana, ma americano di adozione, Longo è anche uno degli autori dello studio sulla cosiddetta “dieta mima digiuno“, finalizzata alla prevenzioni di malattie tumorali.
La dieta della longevità approntata dal ricercatore italiano è il risultato di uno studio sull’alimentazione delle popolazioni in cui si è riscontrato un ampio numero di ultracentenari. Tra queste, i sardi stanziati nel territorio montuoso dell’Ogliastra e i calabresi del paesino di Malochio. Ad accomunare sardi, calabresi e altri popoli stanziati in diverse parti del mondo, lo stesso menu. Scopriamolo insieme.
La dieta della longevità: il menu
Il piano alimentare di Longo, descritto nel suo primo libro dal titolo “La Dieta della longevità”, non impone gravi restrizioni. Al contrario di quel che si potrebbe pensare – dichiara lo stesso Longo – mangiare poco può causare l’insorgere di patologie, che vanno ad attaccare un organismo fragile. L’importante è, dunque, scegliere gli ingredienti giusti e concedersi un digiuno (sotto controllo medico) ogni 3 o 6 mesi.
Si tratta, innanzitutto, di una dieta vegana a cui occorre aggiungere del pesce 2 o 3 volte a settimana. No, dunque, alla carne e, in generale, alle proteine di origine animale. Sì invece a pesce, crostacei e molluschi, ricchi di “grassi buoni”. Dove prendere, allora, le proteine necessarie?
Come già dimostrato dall’Harvard Medical School di Boston, sono le proteine veg a permetterci di vivere più a lungo e a prevenire malattie potenzialmente mortali. Se dunque la carne è bandita, sono invece benvenuti i legumi.
La dieta di Longo prevede, inoltre, l’assunzione di verdure e di frutta secca a guscio (una manciata ogni giorno); la riduzione drastica degli zuccheri e l’utilizzo di abbondante olio extravergine di oliva (a crudo, of course).
Non si tratta, tuttavia, del dover badare solo a ciò che si mangia, ma anche agli orari e alla quantità di pasti giornalieri. Chi per natura tende ad ingrassare, potrà limitarsi a due pasti al giorno e a due spuntini. Chi invece tende a dimagrire, potrà concedersi tre pasti principali e due spuntini. Meglio se sotto controllo di un nutrizionista. Fondamentale, infine, la tempistica. L’ideale sarebbe di mangiare nell’arco di 12 ore. Se facciamo colazione alle sette, insomma, cenare prima delle sette di sera. In questo modo il nostro intestino avrà il dovuto riposo.
Ma una dieta del genere basta a diventare ultracentenari? Probabilmente no. Occorre infatti tener presente anche fattori fondamentali, tra cui quello della genetica. Ci sono popolazioni che pur non seguendo uno stile di vita sano tendono a vivere a lungo e a non sviluppare malattie. Questo non vuol dire che dobbiate rassegnarvi. Una dieta della longevità, infatti, costituisce una sorta di sfida alla genetica e ci dà la possibilità di giocare una buona mano anche senza le carte giuste.