Pomodori giganti “made in Calabria”

Tra le morbide colline calabresi di Belmonte Calabro si coltivano da un secolo dolcissimi pomodori dalle dimensioni eccezionali che sviluppano le proprie caratteristiche distintive soltanto su questi territori della provincia di Cosenza, diventando uno dei fiori all’occhiello della tradizione gastronomica locale.
LA TRADIZIONE
E’ passato, ormai, poco più di un secolo da quando un emigrante calabrese di Belmonte, in provincia di Cosenza, riportò indietro da un lungo viaggio negli Stati Uniti il seme di un pomodoro davvero speciale che, sulle colline belmontesi, trovò le condizioni pedoclimatiche ideali per la sua crescita. Oggi il nome di colui che introdusse questo enorme pomodoro tra le coltivazioni calabresi è andato perduto, ma non è andata perduta la tradizione di produrre questo ottimo ortaggio dalle caratteristiche così particolari,spesso imitato ma mai del tutto eguagliato, al punto che persino i tentativi di coltivazione in territori limitrofi al comune, come Amantea e Longobardi, non ha generato pomodori dello stesso livello qualitativo, a dimostrazione di come questo pomodoro possa essere considerato un’eccellenza estremamenterappresentativa della sola area belmontese dove ha da sempre trovato l’ambiente ideale per la sua crescita.
LA DENOMINAZIONE
Spesso soprannominato “il gigante” per le sue dimensioni davvero sorprendenti, il Pomodoro di Belmonte prende il nome dal solo luogo in cui sviluppa le sue migliori caratteristiche, dove viene chiamato anche con la locuzione dialettale “Pimmaduari e Bellimunte”. Il prezioso ortaggio calabrese è stato il primo pomodoro italiano a fregiarsi del marchio De.C.O. (Denominazione Comunale di Origine), apposto su ogni singolo esemplare, ed ha ottenuto la tutela del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali che lo ha inserito nell’elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali.
LE CARATTERISTICHE
Sono, dunque, le dimensioni la caratteristica distintiva di questo ortaggio, il cui peso varia nientemeno che tra 700 grammi e un chilo e cresce su piante che non faticano a raggiungere quasi i 3 metri di altezza. Ma ciò che lo rende speciale non sono soltanto le sue misure sorprendenti. Si tratta, infatti, di un pomodoro di qualità sopraffina la cui polpa, priva di acidità ed a scarso contenuto di semi, si fonde alla perfezione con la buccia che non diventa mai rossa ma presenta sfumature rosate molto intense. Si distingue per la forma simile ai pomodori della cultivar “cuore di bue”, oblunghi e con ingrossatura al centro, ed è molto apprezzato per la sua serbevolezza.
LA PRODUZIONE
Non si può dire che questo pomodoro vanti un lungo ciclo di produzione. Comincia, infatti, con il mese di giugno, ad un’altitudine di circa 50 metri sul livello del mare, e termina a settembre ad un’altitudine massima di 600 metri. Non gradisce la coltivazione in serra e per ottenere degli ottimi frutti occorre, quindi, coltivarli a campo aperto.
LA CULTURA
Questi pomodori sono talmente particolari da essere diventati oggetto di approfondimento da parte della facoltà di Agraria dell’Università di Catania che ne sta studiando con attenzione tutte le caratteristiche distintive.
IN CUCINA
Proprio le caratteristiche di questo pomodoro lo rendono adatto soprattutto alla preparazione di fresche insalate. Non manca chi li utilizza per realizzare gustose frittate, anche in versione 100% vegetale, ma uno dei modi migliori per apprezzarne il sapore dolce è di tagliarli a fette spesse e condirli con un filo di olio extravergine, sale e basilico fresco come fosse una succulenta bistecca vegetale.
La ricetta: Insalata alla belmontese (Panzanella). Ingredienti: Pomodori di Belmonte, olive schiacciate, capperi, cipolla rossa dolce, pane raffermo, olio extravergine di oliva, sale, origano. Tagliate le cipolle e i pomodori a pezzetti, unite le olive e i capperi, condite con olio, sale e origano ed utilizzate la fresca insalata ottenuta per insaporire ed ammorbidire il pane raffermo.